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set 25, 2022Messo Mi piace da Andrea Pachetti

Come al solito grazie per questo altro intermezzo, ma che io vorrei ugualmente considerare come primo numero, seppur non ufficiale, della nuova "stagione", data la ricchezza dei contenuti: sono tanti spunti di lettura e tutti interessanti. Nel frattempo attenderò, senza alcuna fretta, fin quando gli articoli "regolari" non saranno pronti.

Apprezzo come ti sia soffermato su un piccolo particolare che spesso ci sfugge o non teniamo molto in considerazione quando prendiamo dei libri in biblioteca: la presenza di alcuni "accessori" che si celano tra le loro pagine e che testimoniano altre storie.

Davvero interessante la storia dietro quella copia di "Zap"!

Grazie anche per la volontà di esplorare altre tematiche ma comunque vicine, affini, a quelle "classiche" concernenti la storia del videogioco e del computer e su cui si focalizza la newsletter.

A me farebbe molto piacere un approfondimento tematico su Mark Fisher (figura di cui ho appreso l'esistenza solo adesso) anche se forse questo non è il luogo adatto. Faccio una proposta: si potrebbe realizzare, invece, un altro spazio separato da dedicare a questi temi? O forse si tratta di un progetto troppo ambizioso?

Questo intermezzo, in particolare con gli ultimi due spunti, mi è proprio capitato, come si suol dire, "a fagiolo", in un momento personale in cui stavo riflettendo, tra le varie cose, su come si debbano analizzare alcuni fenomeni incanalandoli nel contesto storico, su alcuni cambiamenti che stanno avendo luogo negli ultimi anni... ma anche sul concetto di "cultura" e sulla mia generazione, detta "Z", dunque come essa differisca dalle precedenti e perché, in che modo sta vivendo questa epoca...

Io non posso ovviamente parlare a nome di tutti i giovani perché le realtà individuali sono incredibilmente diverse tra loro, ma percepisco una certa preoccupazione verso un futuro non così roseo come invece sembrava prospettarsi per i giovani delle generazioni passate; gli adulti rivolgono molto spesso lo sguardo verso il passato, ma non credo che la spiegazione di tale atteggiamento possa esclusivamente ricondursi alla nostalgia. Siamo "intrappolati" nei ricordi, talvolta idealizzati, e legati ad essi come a una "copertina di Linus", perché riscontriamo difficoltà nel comprendere ed affrontare il presente, perché non coviamo più tante speranze verso il futuro? Mi piacerebbe sapere la tua opinione in merito, soprattutto alla luce di queste tue letture.

Avrei voluto con questo commento dare un contributo più significativo, ma in questo caso mi sto approcciando timidamente e per la prima volta a questi temi e per tal motivo non sono per nulla preparata!

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