12 Commenti

grazie, la cercavo :)

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Sto lentamente ma con costanza recuperando tutti gli articoli che ho lasciato in backlog. L’idea dei frammenti digitali mi piace tantissimo! Riporta senza filtro alle sessioni fi digitazione e di studio di molti, molti (troppi) capelli fa.

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Grazie Marco, hai centrato l'intendimento di questa piccola sezione archeologica, dato che in molti casi ormai c'è una certa difficoltà persino nel far comprendere cosa fosse esattamente un "listato" alle nuove generazioni: il BASIC v.2 dei Commodore mi sembra abbastanza semplice (ma anche sufficientemente contorto, a causa dei peek/poke continui) da dare un'effettiva idea di come si potesse trascrivere e imparare da un sorgente.

Mi piacerebbe tanto, scoprendo questi inediti assieme ai lettori di Quattro Bit, poter coinvolgere anche gli autori originali. Diciamo che con S. Guarinelli e i giochi per PET mi era andata bene ed era venuta fuori una bella cosa, ma non penso avrò sempre la stessa fortuna.

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Ottimo articolo.

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Bella e l'ho letta con un certo trasporto questa newsletter perché mi ha smosso un ricordo di quando avevo 14 anni.

Per comprare il C-128 io nell'estate dell'87 mi guadagnai i soldi lavando i vetri delle macchine nel parcheggio dell'Autogrill Pavesi...

Si, proprio così; lo volevo ed ero disposto a tutto!

Dovevo solo stare attento alla polizia stradale che faceva le improvvisate per dissuadermi 😅 (mi nascondevo ma poi quatto-quatto ritornavo subito in azione).

Fatto sta che in quel parcheggio c'era spesso un gruppetto losco che proponeva il GIOCO DELLE TRE CARTE a sfortunati turisti che ci cascavano. Non sto a raccontarvi quanta gente "scavallata" ho visto disperarsi.

Comunque io non capivo dove avessero imparato tutta quell'abilità che esibivano per dominare il tavolino.

Dopo un mese da lava-vetri e di mance miste tra marchi, franchi, sterline...(monete intendiamoci) raccimolai il malloppo e papà fece il cambio-valuta in banca...

Erano poco piu del prezzo del mio primo Computer il Commodore 128.

Evvai!

Il tempo d'imparare i primi rudimenti del Basic 7.0 e tra i vari circle, draw, box e cicli for...next con casualità rnd necessarie per compilare un gioco "onesto" (basato sulla casualità e non sull'imbroglio dei nostri eroi nel parcheggio della Pavesi) mi faccio il mio primo programma in Basic:

IL GIOCO DELLE TRE CARTE per C-128

Non vi dico come mi sentivo... e che soddisfazione 🙂

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Grazie per aver condiviso questo racconto, Maurizio, mi sono davvero immedesimato... E in effetti c'è da dire che i computer Commodore sembravano davvero perfetti per poter simulare i giochi di carte grazie al set di caratteri PETSCII, che aveva anche i simboli dei 4 semi: Leonard Tramiel ha detto che lo realizzò proprio in base alle indicazioni di Chuck Peddle, dato che quest ultimo e Jack T. erano appassionati di Blackjack.

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Sono un programmatore per lavoro e vedere da dove siamo partiti è qualcosa di fantastico e poetico :)

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Sì, soprattutto se si tratta di un dialetto BASIC così poco espressivo come il 2.0 per le macchine Commodore :) Magari più in là metterò qualche altro esempio analogo...

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MI piace questo articolo, ci sono cose che non capivo e queste spiegazioni mi aiutano molto, grazie come sempre per il lavoro che fai!

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Grazie Giosuè, spero di essere riuscito a trovare una via di mezzo tra chiarezza e correttezza: visti i feedback positivi magari cercherò di replicare in futuro questo formato, mostrando nuovi frammenti di codice.

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Personalmente, questo è il genere di articoli che preferisco: ho un ricordo nostalgico delle riviste dell'epoca ed ho passato anch'io i pomeriggi a digitare interminabili listati pieni di linee DATA e quindi leggo con piacere queste tue recensioni.

Se posso lanciarti un'esca, mi piacerebbe che ogni tanto pubblicassi un articolo dedicato ad una rivista di informatica, ripercorrendone brevemente la vita in edicola... chissà se qualcuno di quei redattori bazzica ancora i lidi del retrocomputing!

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L'esca che lanci è molto gradita, nel senso che un po' pensavo già a qualcosa del genere, sebbene reperire informazioni che non siano "le solite" è sempre piuttosto complicato e lascio ovviamente le "copiature da Wikipedia" a chi si accontenta di quello. Magari, per iniziare, potrei pensare di parlare di qualche rubrica fissa, o qualche autore particolare che pubblicava sulle riviste, così per tastare il terreno.

Comunque sono contento di questo scambio, è proprio quello che volevo ottenere convertendo il vecchio sito; di ottenere cioè maggiori feedback sulle direzioni da prendere e sugli argomenti che possono essere interessanti, insomma di coinvolgere maggiormente chi legge.

Magari nei prossimi numeri nella newsletter espliciterò meglio quanto sia positiva questa modalità di interazione: i soliti "guru del marketing" chiamano questo tipo di richiesta "CTA", ma io preferisco rivolgermi sempre alle persone intelligenti e non a destinatari o, peggio, prodotti.

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