Avevo detto nell’ultimo numero della newsletter (ormai risalente a circa un mese e mezzo fa) che mi sarebbe piaciuto concludere la seconda stagione di Quattro Bit con un ulteriore scritto: nel mio intendimento originale doveva uscire all’inizio di giugno e presentare un po’ di anticipazioni per il futuro.
A causa di innumerevoli problemi di salute, familiari e logistici questo “inizio giugno” è magicamente diventato “inizio luglio”, cioè il periodo in cui tendo a voler scrivere molto di meno causa caldo estivo ma… Mi auguro che questo nuovo aggiornamento sia comunque apprezzato.
Non so mai come pormi quando i fatti della vita vissuta arrivano a condizionare pesantemente quelli della vita “virtuale”, e tantomeno capisco quanto sia utile parlarne in pubblico, o magari invece solo controproducente: vedo che in generale queste forme di storytelling funzionano piuttosto bene online, e come insegnano anche i corsi più elementari di marketing servono a creare un bond emotivo tra chi legge e chi scrive.
Avendo da sempre adottato un atteggiamento (con il dovuto rispetto) à la Gadda (riguardo il poter “essere lasciato nell’ombra”), nel mio caso sono sicuro che sembrerebbe un discorso piuttosto raffazzonato; invece, come sempre, io confido nell’intelligenza del lettore, capace di comprendere come un silenzio prolungato corrisponda ogni volta a un problema reale.
Detto ciò, arriviamo al senso dell’editoriale: penso che per strutturare la terza stagione di Quattro Bit (autunno 2023) ricorrerò ancora a una periodicità bi-settimanale (quindicinale) piuttosto che uscire ogni settimana: questa, che è stata una necessità riparatoria e obbligata durante l’anno, si è dimostrata invece capace di ottimizzare meglio i tempi di lettura.
Devo dire infatti che quasi ogni numero della newsletter è andato molto bene; sottolineo il quasi perché, per qualche motivo, il povero Kurrrgo è stato invece snobbato dai più! Secondo me necessiterebbe di più amore da parte vostra, poveretto.
Di cosa vorrei parlare in autunno? Vorrei cercare di aprire una parte di quello che, con un nome piuttosto altisonante, ho definito “archivio Quattro Bit”, e in particolare mostrare alcuni dei giochi/programmi usciti in Italia che ho raccolto nel corso degli anni e che ancora necessitano di digitalizzazione.
Questo, in sostanza, per andare a dimostrare tre fatti e cioè che: 1) c’è ancora molto da scoprire per quanto riguarda la storia del videogioco in Italia; 2) a raccontarla adesso, senza avere quindi una panoramica completa, si commettono errori e si rischia l’approssimazione continua; 3) l’unico modo di procedere, ancora per qualche anno, è la raccolta e l’archiviazione per singoli frammenti.
Vi propongo quindi in un sondaggio la visione e la scelta di cinque temi/oggetti da approfondire in futuro; se, oltre a scegliere, vorrete motivare in un commento il perché, questo mi aiuterà ancora di più.
Qualcuno lo sa già, io da anni sono un grande appassionato di Avventura 1, un gioco per Commodore 64 di Alessandro Castellari (a questo proposito, consiglio la versione curata da MAT64 per il pubblico anglofono, qui). Come mai nessuno si è mai chiesto il perché di quell’uno in “avventura 1”? Ovviamente perché esisteva anche una “avventura 2”, di ambientazione spaziale, che vorrei presentare in futuro. Come si vede, già nel 1984 esistevano prodotti commerciali su cassetta in Italia!
Laser Squad, originariamente della Blade, è stato uno dei primissimi videogiochi italiani a ricevere una localizzazione totale di manuali e testi a video; recuperarla permetterebbe di poter apprezzare la validità della traduzione, oltre a parlare degli inizi della Leader.
La J.Soft è stata tra le primissime software house italiane a produrre giochi per home computer, e lo Scarabeo D’oro è uno di questi: il primo gioco commerciale di Roberto Tabacco, che sarebbe diventato uno dei grandi animatori della scena italiana delle avventure testuali con la sua società Arscom.
Mentre sono piuttosto noti i giochi “piratati” della Sirius per VIC-20, molto deve essere ancora scritto per quelli riguardanti il Commodore 64, compreso questo 3-D PAC. Parlare di questo gioco ci permetterebbe anche di capire i legami tra la Sirius e un’altra nota società di “bootleg game” italiani.
Computerclub è stata una collana molto importante, in sei volumi: uscita nel 1985 per Mondadori, con una cura editoriale molto elevata, permetteva di acquisire i rudimenti della programmazione grafica in BASIC (su C64 e Spectrum) per creare i propri videogiochi.
A questi cinque “frammenti digitali” validi per il sondaggio, aggiungo in coda un bonus, che si riferisce non a giochi italiani ma a giochi distribuiti in Italia nei primi anni Ottanta.
Con questo voglio un po’ sconfessare l’immagine del nostro Paese come quello in cui «i giochi originali non si trovavano mai e bisognava per forza comprare dai pirati».
Mostro quindi due cassette molto rare, di avventure testuali/rpg inglesi, che venivano tranquillamente vendute da un importatore emiliano. In Italia quindi si potevano comprare non solo i best-seller dell’Activision, ma persino i giochi oscuri della Spectresoft.
Si chiude così, con molti buoni propositi, questo primo intermezzo estivo: rendervi partecipi di queste scelte sarà utile per me per capire se e come impostare la newsletter in futuro.
Come l’anno scorso, penso ci saranno un paio di altri flash estivi per vedere assieme qualche video riguardante il retrogaming e altre interessanti amenità, in attesa di tempi migliori per le letture lunghe, con temperature più accettabili. A presto!
Andrea, trovo il tuo lavoro editoriale di una qualità e di una divulgazione eccellente. Sei ormai una lettura che attendo con trepidazione. Grazie per tutto
Grazie come sempre! Spero nella vita reale le cose possano andare meglio. Per il resto non vedo l'ora di leggere le prossime newsletter! Buona Estate