Ecco il secondo breve flash estivo di Quattro Bit: in questo periodo mi è capitato di vedere diversi video relativi alla storia dell’informatica e voglio condividere con voi i più interessanti. Mi ha colpito molto la qualità dei panel presentati dalla Vintage Computer Federation al VCF East dell’aprile di quest’anno: fortunatamente, tutti gli interventi sono stati registrati e presentati sul canale Youtube dell’associazione tra fine luglio e inizio agosto.
Il più rilevante, dal punto di vista storico, è stato senz’altro il lungo panel relativo agli ex-dipendenti della Commodore, che prevedeva personalità di primo piano come Andy Finkel, Bil Herd e Dave Haynie: dura quasi 3 ore, ma assicuro che sono tre ore spese bene.
Ritengo altrettanto interessate l’intervento di Neil Harris, che ha avuto modo di lavorare sia per Commodore che per Atari e ha presentato numerosi aneddoti su queste due importanti società.
Oltre a questi due segnalo anche la presenza di Rebecca Heineman, che sicuramente molti di voi avranno visto tra i protagonisti della serie tv di Netflix High Score, a proposito dei prime gare competitive di videogiochi su Atari VCS; oltre a una conversazione divulgativa su questo tema, ha mostrato anche un excursus sullo sviluppo di videogiochi a 8 bit, visto il suo coinvolgimento in molte produzioni della Interplay.
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Permettetemi, per concludere questo flash, di rivolgere un pensiero a Piero Angela, il decano della divulgazione scientifica italiana, dato che senza il suo lavoro probabilmente questa newsletter non esisterebbe. Mi piacerebbe, nella seconda stagione di Quattro Bit, scrivere un approfondimento sui temi informatici che Angela descrisse nelle prime stagioni di Quark e nei suoi libri degli anni Ottanta, ma devo ancora pensare a come implementarlo.
Più in generale, mi è venuta l’idea (dato che nei commenti è spesso venuto fuori l’argomento) di presentare alcuni dei libri (in una specie di retrobabele à la Borges) che ritengo fondamentali per analizzare l’evoluzione dell’informatica e del videogioco in Italia, mostrandone l’indice e qualche estratto rilevante. In anni passati avevo scritto a proposito del libro “I Computer Games” del 1985, ma sarebbe ragionevole, prima o poi, tentare qualcosa di più strutturato, realizzato in modo organico.
Magari ditemi nei commenti se questa idea può avere senso oppure no. A presto!
ago 25, 2022·modificato ago 25, 2022Messo Mi piace da Andrea Pachetti
Nulla da aggiungere oltre a quanto già detto perfettamente da Marina Costanzo. Commento giusto per approvare senza alcun dubbio la sezione letture consigliate e l'argomento Piero Angela.
Grazie per questo secondo intermezzo estivo che, come il primo, è ricco di contenuti e di spunti interessanti, tutti condensati in un unico breve "flash".
Appoggio in pieno l'idea di presentare dei libri: per me, delle letture di approfondimento sul tema sono fondamentali. Forse, però, il mio giudizio è in parte influenzato dal mio amore per questo "supporto cartaceo", per sua natura così essenziale ma allo stesso tempo efficace nel veicolare un messaggio, delle informazioni, delle riflessioni, delle emozioni...
Penso che un futuro approfondimento su Piero Angela possa essere molto piacevole da leggere. Potrebbe inoltre essere un'opportunità per rendere omaggio non "solo" alla sua carriera, ma anche, più in generale, alla divulgazione, di cui questa newsletter rappresenta un valido e pregevole esempio.
Parlare di Piero Angela è uno dei modi per perpetuare il messaggio secondo cui la divulgazione è un'attività importantissima in ogni branca del sapere: come un coadiuvante, è in grado di favorire la diffusione di un atteggiamento propositivo, partecipe e attivo nei confronti della cultura, scavalcando così l'idea secondo cui quest'ultima è sinonimo di sterile nozionismo o perfino appannaggio di poche élite.
Piero Angela ha saputo diffondere l'amore per il sapere, insegnandoci a coltivare la nostra curiosità e ad alimentare quella gioia e quello stupore che proviamo durante una scoperta, non solo in tenera età ma anche durante l'età adulta: non dobbiamo mai smettere di meravigliarci di fronte a qualcosa di nuovo.
A me piace pensare che ciascuno di noi possa contribuire, nel proprio piccolo, a spargere delle "pillole" di cultura, condividendo conoscenze, esperienze... Qui, però, entra in gioco anche un nostro dovere: la cultura è viva, ma dobbiamo noi essere propensi ad accoglierla nella vita di tutti i giorni, e non relegarla a un ruolo marginale e percepirla come svincolata dalla realtà.
Chiedo scusa per questo "excursus", forse non del tutto pertinente in questa sede, ma mi faceva piacere condividere un pensiero sull'importanza della divulgazione.
Nulla da aggiungere oltre a quanto già detto perfettamente da Marina Costanzo. Commento giusto per approvare senza alcun dubbio la sezione letture consigliate e l'argomento Piero Angela.
Grazie per questo secondo intermezzo estivo che, come il primo, è ricco di contenuti e di spunti interessanti, tutti condensati in un unico breve "flash".
Appoggio in pieno l'idea di presentare dei libri: per me, delle letture di approfondimento sul tema sono fondamentali. Forse, però, il mio giudizio è in parte influenzato dal mio amore per questo "supporto cartaceo", per sua natura così essenziale ma allo stesso tempo efficace nel veicolare un messaggio, delle informazioni, delle riflessioni, delle emozioni...
Penso che un futuro approfondimento su Piero Angela possa essere molto piacevole da leggere. Potrebbe inoltre essere un'opportunità per rendere omaggio non "solo" alla sua carriera, ma anche, più in generale, alla divulgazione, di cui questa newsletter rappresenta un valido e pregevole esempio.
Parlare di Piero Angela è uno dei modi per perpetuare il messaggio secondo cui la divulgazione è un'attività importantissima in ogni branca del sapere: come un coadiuvante, è in grado di favorire la diffusione di un atteggiamento propositivo, partecipe e attivo nei confronti della cultura, scavalcando così l'idea secondo cui quest'ultima è sinonimo di sterile nozionismo o perfino appannaggio di poche élite.
Piero Angela ha saputo diffondere l'amore per il sapere, insegnandoci a coltivare la nostra curiosità e ad alimentare quella gioia e quello stupore che proviamo durante una scoperta, non solo in tenera età ma anche durante l'età adulta: non dobbiamo mai smettere di meravigliarci di fronte a qualcosa di nuovo.
A me piace pensare che ciascuno di noi possa contribuire, nel proprio piccolo, a spargere delle "pillole" di cultura, condividendo conoscenze, esperienze... Qui, però, entra in gioco anche un nostro dovere: la cultura è viva, ma dobbiamo noi essere propensi ad accoglierla nella vita di tutti i giorni, e non relegarla a un ruolo marginale e percepirla come svincolata dalla realtà.
Chiedo scusa per questo "excursus", forse non del tutto pertinente in questa sede, ma mi faceva piacere condividere un pensiero sull'importanza della divulgazione.