Prezioso come sempre. In quella ountata di “Verso il 2000” ci sono molti progenitori di prodotti che da lì a pochi anni avrebbero incrociato le nostre vite. MUSA, col tempo, divenne parte di DIALOGOS (la voce uffiiciale dei risponditori automatici delle Ferrovie dello Stato e del servizio “12” della fu SIP). Una delle sue filiazioni fu usata anche il mio amico Gianluca Nicoletti per la voce del Golem nel programma radiofonico omonimo.
Fa anche abbastanza impressione vedere il livello raggiunto dai robot quadrupedi i quali, al di là dell’essere vincolati a cavi, non sembrano i nonni di quelli della Boston Robotics quanto più i fratelli maggiori.
Gli aspetti più sociali e, forse, filosofici sul destino dei lavoratori di linea sono molto ampi. Io stesso fino a pochi anni fa, seduto al tavolo di lavoro che definiva l’allocazione dei finanziamenti Horizon 2020 per i media, ero un convinto profeta di una riduzione del lavoro manuale compensata da una incentivata ed economicamente sostenuta libertà di cultura. Immaginavo, come soluzione a un problema non più prospettico ma attuale, un futuro nel quale ogni robot immesso in linea comportasse una sorta robot tax a favore dell’Uomo, una sorta di “stipendio” indiretto per permettere alla più ampia parte dei lavoratori di proseguire gli studi, di concentrarsi sul sapere e sulla conoscenza, sulla ricerca di base e applicata. Mi sono dovuto ricredere perché la società è guidata da pochi e, ahimé, ha tendenze solipsistiche e ambizioni di piccolo cabotaggio.
Grazie, Marco, per questo commento davvero ricchissimo di spunti: è proprio il genere di cose che vorrei venisse fuori, di volta in volta, davvero. Mi colpisce in modo particolare la tua conclusione, perché da molti anni io tendo ad avere una posizione molto critica nei confronti dell'innovazione tecnologica, informatica in particolare.
Senza voler cadere in una banale contraddizione ed essere dunque tacciato di luddismo, ritengo che l'idea che avevo anch'io, di pensare per esempio che la diffusione di internet avrebbe facilitato l'aumento generale di cultura e conoscenza, nonché la diffusione e la condivisione delle stesse, si è poi impattata con una realtà diversa.
La realtà di oggi è fatta da una parte di grandi società che controllano e orientano di fatto i flussi d'informazione, ma anche di una popolazione in cui effettivamente il solipsismo è dominante, che tende più o meno verso forme di pigrizia mentale, con assurde comodità assicurate e ormai date per scontate, che vanno dai quotidiani gratis alle consegne in 24h.
Non è per fare un commento d'ordine morale, ci mancherebbe, né stabilire buoni e cattivi, ma semplicemente accettare ormai il fatto che l'informatica sottrae incombenze, ma anche capacità di scelta critica, di responsabilità, di gusto e analisi.
Nello stesso modo, se vediamo la robotica come estensione di facoltà fisiche, questa porterà a impigrire ancor più la popolazione, con un aumento progressivo del tempo libero che verrà trascorso nelle attività ricreative indirizzate e guidate dai principali mezzi di comunicazione, che nei fatti sono dei social network ormai gerarchizzati per fasce d'età.
A proposito del rapporto tra informatizzazione e società, per me è stata particolarmente rilevante la lettura di alcuni vecchi saggi di Paola Manacorda: senz'altro "Lavoro e intelligenza nell'ere microelettronica", ma anche "Il calcolatore e il capitale". Stavo pensando quindi di aggiungere una nuova categoria, andando ad analizzare la saggistica anni 70/80 che potrebbe essere utile recuperare per il tipo di argomenti che trattiamo qui...
Prezioso come sempre. In quella ountata di “Verso il 2000” ci sono molti progenitori di prodotti che da lì a pochi anni avrebbero incrociato le nostre vite. MUSA, col tempo, divenne parte di DIALOGOS (la voce uffiiciale dei risponditori automatici delle Ferrovie dello Stato e del servizio “12” della fu SIP). Una delle sue filiazioni fu usata anche il mio amico Gianluca Nicoletti per la voce del Golem nel programma radiofonico omonimo.
Fa anche abbastanza impressione vedere il livello raggiunto dai robot quadrupedi i quali, al di là dell’essere vincolati a cavi, non sembrano i nonni di quelli della Boston Robotics quanto più i fratelli maggiori.
Gli aspetti più sociali e, forse, filosofici sul destino dei lavoratori di linea sono molto ampi. Io stesso fino a pochi anni fa, seduto al tavolo di lavoro che definiva l’allocazione dei finanziamenti Horizon 2020 per i media, ero un convinto profeta di una riduzione del lavoro manuale compensata da una incentivata ed economicamente sostenuta libertà di cultura. Immaginavo, come soluzione a un problema non più prospettico ma attuale, un futuro nel quale ogni robot immesso in linea comportasse una sorta robot tax a favore dell’Uomo, una sorta di “stipendio” indiretto per permettere alla più ampia parte dei lavoratori di proseguire gli studi, di concentrarsi sul sapere e sulla conoscenza, sulla ricerca di base e applicata. Mi sono dovuto ricredere perché la società è guidata da pochi e, ahimé, ha tendenze solipsistiche e ambizioni di piccolo cabotaggio.
Grazie, Marco, per questo commento davvero ricchissimo di spunti: è proprio il genere di cose che vorrei venisse fuori, di volta in volta, davvero. Mi colpisce in modo particolare la tua conclusione, perché da molti anni io tendo ad avere una posizione molto critica nei confronti dell'innovazione tecnologica, informatica in particolare.
Senza voler cadere in una banale contraddizione ed essere dunque tacciato di luddismo, ritengo che l'idea che avevo anch'io, di pensare per esempio che la diffusione di internet avrebbe facilitato l'aumento generale di cultura e conoscenza, nonché la diffusione e la condivisione delle stesse, si è poi impattata con una realtà diversa.
La realtà di oggi è fatta da una parte di grandi società che controllano e orientano di fatto i flussi d'informazione, ma anche di una popolazione in cui effettivamente il solipsismo è dominante, che tende più o meno verso forme di pigrizia mentale, con assurde comodità assicurate e ormai date per scontate, che vanno dai quotidiani gratis alle consegne in 24h.
Non è per fare un commento d'ordine morale, ci mancherebbe, né stabilire buoni e cattivi, ma semplicemente accettare ormai il fatto che l'informatica sottrae incombenze, ma anche capacità di scelta critica, di responsabilità, di gusto e analisi.
Nello stesso modo, se vediamo la robotica come estensione di facoltà fisiche, questa porterà a impigrire ancor più la popolazione, con un aumento progressivo del tempo libero che verrà trascorso nelle attività ricreative indirizzate e guidate dai principali mezzi di comunicazione, che nei fatti sono dei social network ormai gerarchizzati per fasce d'età.
A proposito del rapporto tra informatizzazione e società, per me è stata particolarmente rilevante la lettura di alcuni vecchi saggi di Paola Manacorda: senz'altro "Lavoro e intelligenza nell'ere microelettronica", ma anche "Il calcolatore e il capitale". Stavo pensando quindi di aggiungere una nuova categoria, andando ad analizzare la saggistica anni 70/80 che potrebbe essere utile recuperare per il tipo di argomenti che trattiamo qui...